Archivio Storico dei Laghi Varesini

 

Obiettivo | Area di interesse | Le fonti | Le modalità | Gli operatori

Le fonti

 

Gli Archivi da cui sono stati ricavati i documenti sono molteplici e offrono fonti sufficienti per la documentazione locale, sia in ordine ai laghi, che alle comunità locali, che al territorio. Si tratta di documenti per lo più su carta, di difficile consultazione e comunque spesso in precarie condizioni di conservazione, che rappresentano una fonte assolutamente indispensabile per la ricerca storica locale.

 

I principali archivi consultati sono:


A livello regionale:

Archivio di Stato di Milano
E' organizzato in Fondi, spesso sdoppiati in una "Parte Antica", cioe' fino al 1800 (fine dell'Ancien Régime) e "Parte Moderna" (dopo il 1800). I fondi hanno subito svariate traversie storiche, tra cui notevoli distruzioni quali l'incendio del castello di Porta Giovia in epoca sforzesca e i bombardamenti dell'ultima guerra. Inoltre l'originario ordinamento cronologico e' stato rimaneggiato secondo criteri enciclopedici, ossia per "voci" o argomenti, ad opera dell'archivista Peroni in epoca napoleonica. Ciò da un lato ha favorito la consultazione per località (tipiche sono le serie di documenti ordinate per "Comuni") ma dall'altro ha causato problemi di collocazione e di perdita di collegamenti. Naturalmente tutto sarebbe sotto controllo se ci fossero indici esaustivi, ma spesso non e' così; in particolare spesso non ci sono indici toponomastici. Per saperne di più

Archivio Storico Civico di Milano
E' contenuto nella Biblioteca Trivulziana, al Castello Sforzesco.
Nella sezione "Località Foresi" contiene il famoso "Perticato di Carlo V" del 1558, con aggiunte successive, che costituisce il primo serio tentativo di catasto, sia pure sprovvisto di mappe. Per ogni proprietario sono elencati solo i totali dei terreni posseduti, ripartiti secondo la tipologia (campo, vigna, prato ecc.). Vi si trova inoltre una "Tassa del sale" del 1572 e un codice (il n.1390) di antichi stemmi di famiglie e paesi.

Archivio Storico Diocesano di Milano
E' attualmente organizzato in 44 sezioni, che consentono di ricostruire buona parte dell'attività religiosa e sociale della nostra regione. Per saperne di più

Archivio della Fabbrica del Duomo
Contiene documenti relativi all'organizzazione della grandiosa costruzione, a partire dal 1387; purtroppo le carte più antiche fino al 1444 sono andate bruciate all'Esposizione del 1906. Esiste un dettagliato indice onomastico dei cittadini coinvolti (sindaci, vicari, giusperiti, procuratori, benefattori ecc.) ma non c'e' l'indice toponomastico; si possono trovare anche i registri dei pagamenti dei "maestri" e degli operai (tra i varesotti fu famoso il maestro Tavannino da Castelseprio).

 

A livello distrettuale:


Archivi Plebani

Le pievi costituiscono una suddivisione ecclesiastica antichissima, infatti, prima dell'istituzione delle parrocchie, l'assistenza religiosa veniva svolta dai canonici residenti nei monasteri o nelle chiese "plebane"; si trattava di un clero più "itinerante" che residenziale. Nella chiesa plebana si conveniva da tutti i paesi soggetti in occasioni importanti, come i battesimi, le cresime, e si svolgevano i riti pasquali. Sono interessanti i documenti, anche molto antichi, riguardanti il versamento della "decima", cioè l'imposta religiosa destinata al capitolo dei canonici della pieve; inoltre si possono trovare atti e decreti delle visite vicariali. Purtroppo spesso il materiale non e' ordinato e manca di indici.
Per la nostra zona questi archivi si trovano a Besozzo (S.Alessandro e Tiburzio), per la zona ovest del lago, e a Varese (S.Vittore) per la zona est. Mentre la Basilica di S.Vittore possiede un archivio ricco di antiche pergamene, già trascritte fino al sec.XIII, l'archivio di Besozzo non risale di molto indietro perché prima di S.Carlo il capopieve era a Brebbia (S.Pietro), di cui rimangono alcune pergamene che si trovano oggi all'Archivio di Stato.

Archivi delle Preture
In ambito feudale la giurisdizione, fino a un certo livello, veniva esercitata dal Pretore, che rispondeva direttamente al feudatario. Non e' detto che il pretore avesse una sede, infatti ad es. il pretore di Gavirate "sedeva sul suo banco" nello studio del notaio Lanzavecchia, e così non c'e' un archivio della pretura, ma solo documenti vari sparsi qua e là nelle filze dei notai Lanzavecchia. Le carte riguardano liti varie, magari con ingiurie, percosse e ferimenti, seguite da riconciliazioni; affidamento di minori in tutela; "apprensioni" cioe' sequestri o pignoramenti a debitori morosi, ecc. A livello superiore, ad es. per gli omicidi, la competenza andava a livello centrale, ma purtroppo le carte relative sono andate in gran parte perdute; si trovano solo alcuni registri di persone giustiziate.

Archivi di famiglie nobili
In genere quelli più importanti sono depositati o versati all'Archivio di Stato di Milano (Fondo Araldica, Archivi Crivelli, Serbelloni, Litta-Modignani ecc.). Per il Varesotto sarebbero interessanti i documenti relativi ai Visconti, che costituiscono un capitolo un po' misterioso; tuttavia all'archivio di Stato si trovano 10 cartelle molto interessanti nel Fondo Feudi Camerali (vedi). Purtroppo questo tipo di documenti vanno spesso dispersi a seguito di eredità e passaggi di proprietà o addirittura distrutti in traslochi e ristrutturazioni.
Va anche segnalato il cosiddetto Archivio dell'Amministrazione dei Laghi Varesini presso la Società Storica Lombarda, che conserva i documenti della gestione dei laghi della casa Biglia, che ne fu padrona dal 1652 al 1779. Vi si trovano documenti di carattere contabile, legale e notarile, oltre a fascicoli su processi o altri casi criminali.


A livello locale:


Archivi Comunali

Vi si trova molto poco, di solito al max documenti del '700 (riforma di Giuseppe II, con bilanci e nomine degli esattori), raramente precedenti, anche perché il Comune anticamente non aveva una sede, non era pensato come "Palazzo Comunale" ma piuttosto come l'assemblea dei capifamiglia, radunati sulla pubblica piazza al suono della campana. I documenti dell'800 sono comunque interessanti per la documentazione dell'estendersi del progresso alle varie attività (strade, agricoltura, sanità ecc.).

Archivi Parrocchiali
Qui si trovano documenti importantissimi, unici ed insostituibili, risalenti in genere all'epoca del Concilio di Trento (1564), che decretò che i parroci dovessero tenere i registri dei battezzati, dei matrimoni e successivamente dei morti e degli stati d'anime; dal punto di vista civile invece tutti questi dati risalgono solamente all'unità d'Italia (1860). Da questi registri si potrebbe teoricamente ricostruire la genealogia di gran parte delle famiglie, specialmente quelle residenti nei paesi, meno soggette a spostamenti; il sogno dello storico si scontra però naturalmente con le disposizioni correnti di riservatezza. Inoltre l'archivio parrocchiale contiene documenti sui redditi del beneficio, i legati pii, i decreti delle visite pastorali e vicariali (gli "atti" delle visite si trovano invece all'Archivio Storico Diocesano a Milano). Importante, se esiste, e' il "Liber Chronicus", dove i parroci più attenti annotavano i vari fatti di cronaca più o meno interessanti. Ci sono notizie valide anche nei documenti finanziari: bilanci della cura, della fabbriceria, delle confraternite, e a volte diplomi più o meno artistici, tra cui interessanti i certificati d'autenticità delle reliquie.

Archivi di Opere Pie e Ospedali
A livello centrale c'e' l'Archivio dell'Ospedale Maggiore, però non ancora facilmente consultabile; questo Ospedale centrale, fondato dai duchi di Milano, svolgeva una funzione veramente predominante per tutto il Milanese, ad es. assicurava l'allevamento e il mantenimento dei neonati abbandonati, tipicamente lasciati sulla "ruota" della chiesa di S.Caterina (detta appunto "alla ruota") ma anche in tutta la regione; essi venivano spesso messi a balia e dati in affidamento nei paesi fuori Milano. L'Ospedale Maggiore godeva di molti lasciti e possedeva quindi parecchie terre anche nelle nostre zone, insieme ad altre opere Pie tra cui quella di "Santa Corona".


Altre fonti

I documenti piu' antichi, diciamo fino al XIV secolo, conservati in vari archivi grandi e piccoli, religiosi e laici, in gran parte raccolti all'Archivio di Stato (vedi "Museo Diplomatico" e "Pergamene", sono stati ormai in gran parte trascritti e pubblicati e continuano ad essere pubblicati in collane specialistiche, a scadenze abbastanza regolari, e contengono tutti gli indici possibili. Fin dall'epoca umanistica gli studiosi, tra cui anche i grandi nomi della letteratura, si occuparono della trascrizione degli antichi documenti; il lavoro prosegue attualmente col programma dell'edizione sistematica delle pergamene milanesi dei sec.XII e XIII. Conviene quindi consultarli prima di vedere, eventualmente, gli originali, anche perché si trovano in molte biblioteche anche periferiche. Questi lavori, oltre che pubblicati a sé stante, si possono trovare anche nelle varie riviste specializzate, tra cui:

  • Archivio Storico Lombardo, dal 1874, la più autorevole;
  • Rivista della Soc.Storica Varesina, dal 1953
  • Rassegna Storica del Seprio
  • Sibrium, dal 1953

Abbiamo così:

  • Il "Liber Notitiae Sanctorum Mediolani" scritto dal canonico Goffredo da Bussero circa l'anno 1300, che contiene l'elenco di tutte le chiese ed altari della diocesi, ordinato in base al santo titolare. L'originale si trova alla Biblioteca Capitolare del Duomo ed e' un pezzo unico di valore inestimabile, peraltro leggibilissimo; si possono fotografare singole pagine. La tipica notizia che ci interessa e': "In plebe X in loco Y ecclesia sancti Z", che pur nella sua telegraficità per molti paesini costituisce la prima citazione storica.
  • La "Notitia Cleri Mediolanensis" del 1398 (originale pure conservato alla Biblioteca Capitolare del Duomo), pubblicata nella rivista "Archivio Storico Lombardo", che oltre all'elenco di chiese e cappelle riporta anche l'importo della tassazione e quindi dà un'idea della grandezza e dell'importanza della chiesa.
  • Il "Liber Seminarii Mediolanensis" del 1564, che riporta la tassazione delle chiese e cappelle a favore del Seminario, e inoltre anche i nomi dei religiosi beneficiati. Gli "Atti del Comune di Milano", contenenti disposizioni e sentenze dei consoli e magistrati del Comune, finora in due pubblicazioni: Atti fino al 1216 (pubblicati nel 1919) e Atti del sec.XIII.
  • Gli "Atti privati milanesi e comaschi del sec.XI", pubblicati nel 1933; sono atti notarili.
  • Gli "Statuti delle strade ed acque del Contado di Milano fatti nel 1346", pubblicati nel 1868; e' un interessante elenco delle contribuzioni dovute da ciascun comune per la manutenzione delle strade principali. Ad es. i paesi delle pievi del Varesotto erano tassati per la manutenzione di "brazza X" della "Strada di Rho", l'attuale Statale del Sempione fino a Gallarate e poi a Varese e ai valichi svizzeri. Questa tassa si trova riportata nei bilanci comunali fino alla caduta del S.R.I. con l'antica denominazione "Per la strada di Rò".
  • Alcune trascrizioni di archivi che interessano il Varesotto, tra cui:
    • il Regesto delle pergamene di S.Vittore di Varese
    • il Regesto di S.Maria del Monte Velate in due edizioni, fino al 1200 (pubblicato nel 1937) e nel sec.XIII (pubblicato nel 1976)
    • il Regesto delle pergamene di S.Tommaso in Terra Amara di Milano, con notizie su Brebbia e Monate

 

   

 

 

 

 
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